
Ascoltando un servizio sulla notizia del giorno, confezionato dal notiziario trasmesso dalla radio che mi accompagna al lavoro, la mia attenzione è stata sollecitata da alcune interviste raccolte per la strada, tra alcuni concittadini dei protagonisti della vicenda, cui si chiedeva un commento in merito agli ultimi sviluppi. Un signore diceva di essere "troppo arrabbiato per rispondere" perché "la televisione ci aveva sempre detto che era stato lui, e adesso?", una signora era disorientata perchè lasciata "brancollare nel buio", anche una terza voce femminile era molto piccata per l'inatteso colpo di scena che la lasciava "angosciata". Si capiva, dalle loro parole, che non erano dispiaciuti per l'innocente creduto assassino, piuttosto si sentivano traditi dalla televisione che, dopo averli bombardati per due anni con il colpevole già processato e condannato, improvvisamente cambia il copione e stravolge tutto. Questa televisione vista come entità a se stante, quasi astratta, maestra di linguaggio e fonte di certezze assolute, "l'ha detto la televisione". Hai visto decine di repliche di quell'episodio della signora in giallo, ne conosci i dialoghi a memoria poi, improvvisamente, ti accorgi che il finale è cambiato, il colpevole è un altro che l'altra volta non c'era neanche, ma non è un nuovo episodio è lo stesso, sono sicuro, cosa succede, sono angosciato, arrabbiato, non lasciatemi brancollare nel buio, per favore!